Jeremy Sharma opera principalmente come pittore concettuale ma la sua vasta produzione comprende video, fotografia, disegni e installazioni. È anche un musicista avendo interpretato, collaborato e registrato per album, concerti, teatro e radio. Nel 2006 ha conseguito il Master in Arte (Belle Arti) presso il LASALLE-SIA College of the Arts / Open University, Inghilterra e nel 2003 la Laurea con Lode in Arte (Belle Arti) al Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT), Australia. Nel corso degli ultimi nove anni, ha tenuto numerose personali e mostre a Singapore, che comprendono Mode Change (2014) alla Michael Janssen Gallery, Terra Sensa alla Biennale di Singapore 2013, Apropos (2012) all’Institute of Contemporary Arts Singapore, Variations (2011) all’Art Forum Gallery, The Protection Paintings – Of Sensations and Superscriptions (2008) a Jendela, Esplanade e End of A Decade (2007) alla The Substation Gallery. Ha preso parte a numerose collettive in Singapore, Malesia, Tailandia, Hong Kong, Bangladesh, Italia, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti.
Sharma ha partecipato a programmi di soggiorno all’estero e ricevuto parecchi premi tra cui il Royal Overseas Travel Scholarship Award (2007), il JCCI Arts Award con la collettiva d’arte KYTV (2005), lo Studio 106 Residency Award (2004 Singapore), Finalista nel Philip Morris Singapore Arts Awards (2003), The Lee Foundation Study Grant (2002) e il Della Butcher Award (1999).
Il sua produzione è stata argomento di discussione critica nei cataloghi delle mostre a cui ha partecipato ed è stata ampiamente recensita dalla stampa locale.
Le sue opere fanno parte di una serie di collezioni pubbliche e private, in particolare al Singapore Art Museum, alla National Library Board di Singapore, al Ngee Ann Kongsi Singapore, al The Westin Singapore e alla Societe Generale. Al momento insegna presso la Facoltà di Belle Arti del LASALLE College of the Arts.
L’attuale oggetto di studio di Jeremy Sharma indaga sul concetto di arte come riflessione di una vita consapevole che lo osserva nell’epoca della riproduzione e interconnessione meccanica, industriale e digitale, indirizzando le nostre relazioni verso il modernismo e il nostro posto nel tempo e nello spazio verso una realtà sempre più frammentata e artificiale.